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Intervista a Selene Biffi, fondatrice di Youth Action for Change e Plain Ink

Fondatrice di Youth Action for Change e Plain Ink, una onlus creata e gestita dai giovani per i giovani che raggiunge più di 120 paesi al mondo con moduli di istruzione online. Nel 2007, a soli 25 anni, è stata premiata dal Consiglio d’Europa con il World Aware Education Award. Selene Biffi è stata testimonial del Festival dei Giovani Talenti 2010. “Ogni individuo può fare qualcosa per cambiare quello che non va”. Cosa significa per te avere talento? Il talento per me è determinazione, passione e sacrificio. La passione è sicuramente innata mentre il talento è un qualcosa che si coltiva giorno dopo giorno. È forse difficile in quanto giovani riuscire a far capire agli adulti che un giovane ha le competenze e la determinazione per potercela fare. I giovani hanno idee che spesso non vengono ascoltate nonostante poi si rivelino idee di valore. Qual è il tuo sogno nel cassetto? Il mio sogno da bambina era quello di fare l’archeologo o anche il supereroe!!! Poi crescendo mi sono resa conto che forse nessuno dei due rappresentava un’opzione “fattibile” e quindi ho deciso di intraprendere la strada nel mondo del sociale. Quali sono le cose nelle quali credi più profondamente nel tuo lavoro oggi? La cosa importante è quella di avere un sogno e lavorare per realizzarlo a prescindere da quello che ti viene detto da chi ti sta intorno. Nel mio caso se avessi dovuto ascoltare quello che mi hanno detto negli ultimi 5 anni probabilmente sarebbe stato più semplice diventare un supereroe. Cosa ti gratifica di più nel tuo lavoro? Sono le mail che ricevo dai ragazzi della Papua Nuova Guinea piuttosto che dal Burkina Faso, che ti spiegano come quel poco che tu hai fatto, per loro ha un grande impatto. Per esempio, venire a sapere che dei ragazzi dell’Uganda sono riusciti a creare dei tavoli per i negozietti di pace dove per la prima volta in 30 anni parteciperanno donne e bambini, come direbbe qualcuno “Non ha prezzo”. In questo ambito credo sia questa la misura del successo. Come hai riconosciuto il tuo talento? Credo non sia una cosa che ho riconosciuto, quanto una passione che ho sempre vissuto e che, con il passare del tempo, sia stata l’unica cosa che ho coltivato. Una persona può avere una predisposizione per cose diverse, ma credo che poi i casi della vita portino sempre a farne emergere una sola, un talento tra i talenti forse, solo… con la ‘T’ maiuscola. La mia è una passione nata a casa. I miei genitori, che di lavoro fanno i commercianti, circa dieci anni fa hanno cominciato a costruire in prima persona – e con grandi sacrifici professionali e personali – un ospedale e una scuola per i poveri a Varanasi, India, interamente gestita da volontari locali. Fin da piccola ho respirato l’amore per il sociale e per i posti lontani, e grazie ai miei genitori mi sono resa conto davvero che, ognuno di noi può, nel proprio piccolo, portare il proprio contributo per migliorare le cose che non vanno. Da cosa è alimentata la tua passione? Dalla voglia di creare un nuovo sistema dove tutti possano diventare protagonisti attivi del cambiamento locale, esprimendo al meglio il proprio potenziale nella costruzione di un mondo migliore per tutti. Quali tra le tue migliori risorse interiori ti sostengono in questo lavoro? Credo la determinazione e la testardaggine, il non accettare le cose come sono, ma cercare sempre soluzioni nuove e facilitare un processo partecipativo più ampio possibile. Cos’è importante per te ricordare ogni giorno? Che la fatica e il sudore vengono sempre e comunque ripagati… in qualche modo positivo. Hai un motto nella vita? ‘Non bisogna essere straordinari per fare cose straordinarie’ Che messaggio vuoi dare ai giovani talenti che desiderano intraprendere la tua professione? Di credere nelle proprie capacità sempre e comunque, di imparare qualcosa di nuovo tutti i giorni, di essere determinati di fronte alle sfide. Progetti per il futuro? Si, tantissimi! Cominciamo però con Plain Ink, una nuova organizzazione che offre programmi di alfabetizzatone gratuita in Paesi in via di Sviluppo, nata dopo un’esperienza di sei mesi in Afghanistan. Per gli altri, bisogna invece aspettare ancora un po’ di tempo. www.youthactionforchange.org www.forgottendiaries.org www.younginnovationseurope.org

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