Take a fresh look at your lifestyle.

Emilia: terra in movimento e generativa

Emilia, terra di complementarietà generative. Questo temine introdotto nel coaching per esprimere i poli apparentemente contrapposti attraverso i quali si snoda la vita di una persona, può essere adattato anche ad una terra? Per chi arriva in Emilia e la percorre queste possono essere le prime complementarietà che percepisce: i cieli grigi invernali vengono intercalati dal rosso porfido delle case, dal rosso delle Ferrari e delle Lamborghini che qui vengono prodotte. La terra fertile, con un talento fortemente agricolo, ospita in moltissimi luoghi distretti industriali leader nel mondo. Il silenzio assoluto delle campagne viene interrotto dalle risate aperte dei suoi abitanti appena si entra in un bar, in un locale, in una casa , in un’azienda. L’emiliano è aperto e diffidente, compagnone e solitario. Il paesaggio della pianura statico per molti km ha ceduto al movimento incontrollabile della terra lo scorso 20 maggio. Questo movimento si è affermato come protagonista assoluto sulla terra per molti mesi attraversando il caldo torrido estivo, le piogge torrenziali d’autunno e sfidando l’inverno freddo e umido. In che modo ha reagito l’Emilia a questo cambiamento? Abbiamo parlato di questo con Alberto Silvestri, Sindaco di San Felice sul Panaro, uno dei comuni emiliani più colpiti. Alberto quale bilancio può fare a distanza di oltre 8 mesi dalla prima scossa del 20 maggio? Sono state risolte molte criticità. Avevamo delle procedure per le situazioni d’emergenza, come alluvioni e altre calamità, ma queste procedure non erano testate per il sisma. Quindi in un tempo ragionevolmente rapido abbiamo tutti dovuto prendere coscienza di ciò che era accaduto e reagire. La sera del 21 di maggio era già montato il primo campo di accoglienza. Grazie all’intervento efficientissimo della protezione civile nel giro di poco tempo sono state messe in sicurezza oltre 1600 persone. Le altre 9500 rimaste senza tetto nel ns. comune hanno deciso di gestire in autonomia la situazione con sistemazioni di fortuna. C’è chi ha dormito per diversi giorni nella propria auto. Qual’è la situazione ad oggi e quali sono state le vostre eccellenze? La scuola è iniziata nel pieno rispetto dell’anno scolastico. Gli sforzi per ottenere questo risultato sono stati davvero notevoli e con il contributo di tutti. L’altro grande scoglio è stato riuscire a mantenere qua l’attività produttività di uno dei bacini più produttivi d’Italia. Nel nostro Paese nessuna calamità aveva mai toccato in maniera così profonda l’industria. Qui sono crollati capannoni e questo significa perdita di posti di lavoro in Emilia ma anche forte perdita di Pil per il sistema Italia. Con grande senso di responsabilità la gente si è rimboccata le maniche e ha ritirato su capannoni .. e case. In effetti arrivando qui da Bologna non si avverte il senso di distruzione che segue una grande calamità. La generosità, la solidarietà e la responsabilità della nostra comunità sono valori che si sono affermati in maniera straordinaria. Ma hanno avuto un effetto boomerang. Sembrava e sembra che non avessimo bisogno di nulla. Al contrario, abbiamo bisogno di tanto. Abbiamo avuto bisogno di acqua, di cibo, di caldo quando è arrivato il freddo. Il passaggio dalle tende ai container è stato un momento vitale. Abbiamo bisogno di sostegno economico. La ricostruzione è avvenuta prevalentemente con fondi privati. Qual’è la percezione della comunità rispetto a quello che è accaduto? Da un lato si vive con grande dignità il dramma che ci è capitato e si cerca di andare oltre la paura, dall’altro c’è rabbia per essere stati dimenticati dalla politica. Cosa si aspetta Alberto da qui al primo anniversario del sisma? Che la comunità sviluppi il senso di consapevolezza di ciò che è stato fatto a 360°. Che la percezione di abbandono ceda il posto al riconoscimento degli sforzi fatti da tutti, anche della politica che comunque ha allocato delle risorse. Solo così si potrà dire di avere superato questa grande prova.

I commenti sono chiusi.