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Il mio secondo tempo.

Cambiare colore alla vita grazie al coaching.

Ci sono momenti nella vita in cui all’improvviso tutto cambia.
Ci si guarda allo specchio e non ci si riconosce.
Si cercano certezze e si riescono a vedere solo incertezze.
Si guarda a quel bicchiere tanto declamato e lo si vede solo, e sempre, poco pieno.

Dall’essere figli si passa ad essere genitori.
Dall’aver un lavoro stabile si passa ad averne uno instabile.
Dal percorrere una strada pavimentata si passa ad una strada sterrata e senza segnali.

Ci si sente letteralmente persi. Disorientati.
E allora che fare? Si iniziano a collezionare consigli.
Tutti sembrano sapere meglio di te la direzione che dovresti prendere.
Tutti sembrano avere le risposte che non riesci a darti.
E tu nel mentre inizi a porti domande su domande, ad auto analizzarti, ad auto criticarti.
Ma lo fai rimanendo rannicchiata nella tua posizione di confusione.
Cerchi di uscire da tutte le situazioni che ti creano malessere.
Elimini persone e lavori.
Collezioni alibi, prendi tempo e metti in dubbio tutto, al caro prezzo di iniziare pian piano a perdere confidenza in ciò che facevi, nei fondamenti in cui credevi e in te stessa.

Poi un giorno ti svegli e senti l’urgenza di uscire da una situazione di stallo, di commiserazione e di nebbia che ti ha avvolta per circa due anni.
Senti la necessità di porre ordine.
Senti di dover dare a te stessa una seconda possibilità.
Riconosci il senso di una frase letta tempo prima “Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è” (Buddha).

Proprio quel giorno la mia strada ha incrociato quella del coaching.
Di coaching non ero digiuna, l’avevo vissuto di riflesso in diverse occasioni, ma non l’avevo fino ad allora mai considerato un possibile punto, diciamo, di svolta.
E, invece, così è stato.

Fare coaching mi ha aiutata a ritrovare l’entusiasmo necessario a rimettermi in gioco, a riguardare il mio percorso di vita personale e professionale con occhi diversi.
Mi ha dato la spinta per cogliere nuove opportunità, per ricominciare a dire “si” anziché “no” o “forse” e per riacquisire fiducia nelle mie capacità.
Mi ha permesso di auto-esplorarmi, di comprendere come il tempo trascorso a fare “solo” la mamma e a “digerire” la perdita di una persona cara, non sia stato per nulla un tempo di stasi, ma piuttosto un importante periodo di crescita e sviluppo personale, oltre che una delle sfide più toste ed emozionalmente destabilizzanti che abbia mai vissuto.

Grazie al coaching ho ripreso consapevolezza delle mie capacità e competenze.
Ho focalizzato i macro e micro obiettivi da raggiungere.
Ho capito a che cosa ambire e a che cosa poter serenamente rinunciare.
Ho delineato la mia scala delle priorità e iniziato a ricalibrare persone e cose.

Ti stai chiedendo se ho finalmente individuato chiaramente la mia strada, la mia direzione?
Beh, no. Non ancora.
Ho raggiunto però il mio obiettivo: acquisire quella consapevolezza necessaria a riscoprire il colore ed il valore di ciò che mi circonda.
Ho realizzato che forse non tutti siamo destinati a percorrere un’unica strada, ma che alcuni di noi sono destinati ad avventurarsi su più percorsi. Percorsi che a volte proseguono paralleli, a volte si incontrano, a volte si scontrano.

Per questa nuova ritrovata consapevolezza ringrazio con affetto Giovanna Giuffredi, che mi ha supportato e accompagnato durante questa mia preziosa rinascita.

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