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Gli effetti della consapevolezza

Nel libro Coaching, di John Whitmore, si legge che “Il primo elemento chiave del coaching è la consapevolezza, vale a dire il frutto di un’attenzione estremamente focalizzata, di concentrazione e chiarezza di vedute”*.

Sempre più spesso le persone che si rivolgono ad un coach, sia in ambito life che corporate, hanno tra i loro diversi obiettivi, quello di migliorare la loro situazione di vita, o un particolare ambito, a partire dalla chiarezza che desiderano “fare” e successivamente alla nuova azione che si impegneranno a mettere in campo.

Le espressioni linguistiche più comuni dei clienti (coachee) sono: “Desidero fare chiarezza su questo aspetto di me”, “Non so dove andare, che direzione prendere”, “Voglio capirci di più”, “Ho voglia di ragionare su questo aspetto per vederci meglio”, “Voglio capire prima di agire” ecc.

Queste espressioni rappresentano già una prima forma di consapevolezza che permette al cliente di mettere a fuoco l’obiettivo sul quale desidera lavorare e decidere su cosa nello specifico orientare l’attenzione, e verso quale ambito personale o professionale rivolgersi.

Una maggiore consapevolezza – prosegue John Whitmore – significa una percezione più chiara del normale, proprio come avviene quando ci serviamo di una lente di ingrandimento… La consapevolezza di noi stessi è la conoscenza di ciò che proviamo dentro di noi. La consapevolezza è la conoscenza di quanto accade attorno a noi”.

Ma come si traduce verbalmente nei clienti l’effetto della consapevolezza a seguito di un percorso di Coaching?

Sulla base dei feedback ricevuti, condotti su un campione di ricerca di circa cento clienti che hanno usufruito del servizio di coaching tra il 2009 e il 2010**, è stato chiesto loro: “Quali sono stati gli effetti generati dalla consapevolezza che hai avuto durante le sessioni di Coaching?

La maggior parte dei clienti si è espressa attraverso l’uso della metafora, come mezzo per semplificare un processo di pensiero a volte “difficile da spiegare a parole”.

Le risposte più significative sono state: “Ho le idee più chiare”, “So dove andare ora”, “La strada da intraprendere è molto più fluida”, “Ho un nuovo paio d’occhiali e riesco a vedere più chiaramente”, “Mi sento sereno ora che ho attraversato la bufera”, “Finalmente ho compreso come fare il salto verso il futuro che desidero”, “Ho molte più porte a disposizione da aprire”.

Altri invece hanno fatto riferimento a stati d’animo, sensazioni fisiche specifiche, umori, nuovi pensieri e convinzioni come: “Mi sento davvero più energico quando mi alzo al mattino”,”Ora so che posso farcela, è possibile”, “La mia pancia è serena”, “Ho molte più alternative ora”, “Ho ottenuto quello che volevo”.

Il “Creare consapevolezza” è una competenza che per ICF è strettamente collegata a “quell’abilità di integrare e valutare accuratamente diverse fonti di informazione”**.

Ed è ciò che accade quando siamo coinvolti in un percorso di coaching.

Attraverso l’uso di domande esplorative mirate è possibile individuare quei punti di forza, aree di apprendimento e crescita, finalizzate alla scoperta di nuove e più ampie prospettive.

Inoltre, la differenziazione tra fatti ed interpretazioni, comprensione e chiarezza su pensieri, sensazioni e azioni, consente ai clienti di ampliare la gamma dei fattori, diversi ed interrelati, che influiscono sui loro comportamenti.

In conclusione, la consapevolezza attiva la responsabilità, che mette in moto l’impegno personale che a sua volta genera azione.

Fonti: *John Whitmore,Coaching. Per le aziende e le persone che vogliono: crescere e apprendere, migliorare le prestazioni, trovare scopo e significato, Sperling & Kupfer Editori. **Fonte Life Coach Italy ***Le 11 Competenze Chiave del Coaching di ICF

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